martedì 6 marzo 2012

Aperitivo parte 1, Aperitif part one

L’argomento di questo articolo doveva essere l’aperitivo alla Milanese, desideravo,  come sempre esporre un mio punto di vista, frutto di esperienze personali, arricchito da informazioni raccolte qua e la in modo da dare al tutto un tocco di professionalità.
Come sempre ho iniziato a documentarmi. E mi sono trovato ad affrontare molto materiale. Ho incamerato informazioni, aneddoti storici e particolari dettagli, anche interessanti, e non posso evitare di menzionare.
Cosi ho deciso di dividere l’originario articolo in due parti  per poter  esporre tutto quello che ho trovato (o quasi) cercando di rendere la lettura piacevole e per nulla pesante.
La prima parte riguarda il culto dell’aperitivo nel suo complesso dalle origini ai tempi odierni. Il secondo dell’aperitivo alla “ Milanese”.

L’aperitivo è un’usanza tutta italiana. A meno che non ci si imbatta con altri italiani o con stranieri che hanno vissuto in Italia e hanno “sposato” questa usanza (cioè bere prima dei pasti!) difficilmente ci troviamo a fare un aperitivo in un posto che non sia dentro il territorio italiano (fatemi sapere se mi sbaglio).
Ma l’aperitivo non è nato in Italia. Le origini dell’aperitivo risalgono agli antichi e saggi greci. Per l’esattezza il medico greco Ippocrate nel V sec.a.C. prescriveva a chi aveva problemi di scarso appetito un vino bianco in cui erano macerati fiori di dittamo, assenzio e ruta,questa bevanda aiutava i poveri uomini senza fame ad approcciare il cibo più facilmente..
I furbi romani rubarono l’idea di questa bevanda adattandola ai loro gusti aggiungendo rosmarino e salvia.
Fu nel medioevo che però si riuscì ad attribuire alle sostanze amare la capacità di stimolare la fame, non sollecitando lo stomaco, ma la mucosa orale provocando un aumento della secrezione salivare e degli enzimi in essa contenuta che favoriscono la digestione.
Solo nella fine del 1700 (per l’esattezza 1786) a Torino è diventato un uso comune per diletto bere un liquore prima dei pasti. Successe che un giovane barista  di origini Biellesi, il signor Antonio Benedetto Carpano  (vero padre del liquore da aperitivo) creò una  bevanda  mescendo del vino moscato a delle erbe aromatiche. Questo nuovo liquore venne battezzato Vermouth (a dire il vero, leggendo un po qua un po la di origini del Vermouth ve ne sono altre, ma questi sono particolari che possiamo tralasciare).
Questo liquore ebbe subito successo a Torino e la bottega in cui lavorava il Sig. Carpano divenne uno dei locali più affollati a Torino in quel periodo, tra chi li beveva in loco prima dei pasti e chi si accaparrava bottiglie da portare a casa, la bottega rimaneva aperta ventiquattrore su ventiquattro.
Fu pure apprezzato dal re Vittorio Amedeo III che impose che fosse prodotto anche a corte.
Dopo un po di tempo  nacque una variante: un operatore di borsa del posto, abituato oramai a prendere l’aperitivo come tutti i torinesi nella “bottega” del Sig.Carpano, chiese il Vermouth classico con aggiunta di una mezza dose di china, chiese il famoso “un punt e mes”, significa che voleva il “solito” con mezza “punta” di china.
La variante ebbe successo e  divenne famosa , ma solo nel 1870 fu battezzata ufficialmente “Punt e Mes” come tutti noi la conosciamo oggi.
Ovviamente la concorrenza non stava a guardare: a Milano il signor Ramazzotti creava il primo amaro a base non di vino.
Ma il vero successo a Milano arrivo al Sig. Gaspare Campari nel 1862 (originario di Novara) che creò un diverso aperitivo amaro che battezzò Bitter successivamente denominato Bitter Campari.
Il Sig. Gaspare Campari aveva un bar in galleria Vittorio Emanuele, dove adesso c’è l’Autogrill. Il bar è stato spostato nell’angolo opposto. E’ un locale elegante in stile liberty. E’ un luogo simbolo del capoluogo lombardo che ha visto come clienti Verdi e Toscanelli all’uscita della scala. Tra i frequentatori anche Giacomo Puccini, Edmondo De Amicis e altri.
Tutt’oggi il bar è ancora presente in Galleria. Negli anni è passato di proprietà in proprietà. Cambiò spesso nome. Quando arrivai io a Milano il bar si chiamava Bar Zucca, dall’omonimo liquore al Rabarbaro Zucca, molto gradito dai milanesi. Recentemente ha cambiato di nuovo nome in Camparino (nome che aveva parecchi anni fa).
Anche il Nord-est ha il suo liquore aperitivo. Infatti la famiglia Barbieri di Bassano del Grappa nel 1919 presentò a Padova, durante la fiera campionaria, il loro nuovo liquore : L’Aperol.
Di colore arancione ha una gradazione inferiore ai liquori precedentemente menzionati e un po’ meno amaro. Per questo è subito piaciuto al pubblico femminile molto più propenso a gusti più dolci.
L’Aperol poi ha avuto un successo significativo dall’inizio degli anni 2000 grazie al suoi abbinamento con lo spritz (di cui ho già parlato in un precedente articolo).
L’aperitivo  in Italia è diventato oggi un gradevole momento  di incontro dopolavoro con colleghi o con amici, prima di salutarsi per tornare a casa a cena dalla propria famiglia. E’ un’occasione per poter anche incontrare persone, socializzare parlare di politica, sport e altro, in un ambiente informale e poco impegnativo, nel bar sotto la sede di lavoro o vicino casa.
Ecco come noi italiani siamo riusciti a trasformare una medicina in un momento di piacere!


When I got the idea of this article, the topic was to “ the appetizer in Milan”.
 I want always to expose my point of view, the result of personal experiences, enriched by information gathered here and there to give everything a  touch of professionalism.
As always, I began reading. And I faced a lot of material. I forfeited information, historical anecdotes and special details that are also enjoyable and I cannot avoid mentioning.
Here's why I have now decided to divide the original article into two parts also to make reading enjoyable and not heavy.
The first concerns the worship of the aperitif as a whole. The second “the aperitif in Milan”.
The aperitif is a custom all-Italian. Unless you come across with other Italians or foreigners who have lived in Italy and have "married" this practice (ie drink before a meal!) We are unlikely to have an aperitif in a place that is not within the Italian territory (let me know if I'm wrong).
But the aperitif was not born in Italy. The origins of the aperitif is the ancient Greek and essays. For accuracy the physician Hippocrates in the fifth greek sec.aC prescribed a white wine in which flowers were macerated dittany, wormwood and rue to those who had problems of poor appetite
The clever Romans stole the idea of adapting it to their taste this drink by adding rosemary and sage.
In medieval times it was possible to give the bitter taste of the liquor the stimulation of the oral mucosa, which helps stimulate hunger through the secretion of enzymes that facilitate digestion
Only in late 1700 (to be exact 1786) in Turin has become a common use. A young bartender originally from Biella, Mr. Antonio Benedetto Carpano (real father of aperitif) created a drink out the wine of muscat wine in the herb. This new liqueur was named Vermouth (actually, reading a little here a little of the origins of Vermouth there are others, but these are details that we forget).
This drink was instantly successful in Turin and the shop where he worked  Mr. Carpano became one of the most crowded at that time.
It was well appreciated also by King Vittorio Amedeo III, who imposed it was also produced in court.
Soon after came a variation: a stockbroker instead of the Vermouth classic churches with the addition of a half dose of china, called for "punt e mes".
The drink became famous throughout the world and only in 1870 was officially christened "Punt e Mes" as we all know today.
Obviously the competition is not looked on, Mr. Ramazzotti in Milan created the promo is not based bitter wine.
But the real success in Milan by Gaspare Campari in arriving at 1862 (native of Novara) that created a different bitter aperitif named later Bitter Campari.
Mr. Gaspare Campari had a bar in the Galleria Vittorio Emanuele, where now there is the “Autogrill”. The bar has been moved in the opposite corner. It 's an elegant Art Nouveau. It 'a symbolic place of Milan that saw Verdi and Toscanelli as customers  at the exit of La Scala. Among the visitors also Giacomo Puccini, Edmondo De Amicis and others.
Even today the bar is still present in the Gallery. Over the past years has owned different property. Change the name often. When I arrived they were called Zucca Bar, named after the liqueur Rhubarb Pumpkin, much loved by the Milanese. He recently changed the name again in Camparino (as he had several years ago).
The North-East has its liquor drink. In fact, the Barbieri family of Bassano del Grappa present in 1919 in Padua during the fair grounds  their new drink: The Aperol.
Orange liquor has an alcohol content of less than mentioned above and a little 'less bitter. That immediately liked the female audience more inclined to taste sweeter.
The Aperol then had a significant success since the early 2000 thanks to its combination with the spritz (which I have already discussed in a previous article).
The aperitif in Italy has now become an enjoyable time meeting with business associates or friends after work, before saying goodbye to return home to dinner from his family. It 's an opportunity to meet people in an informal and undemanding as it could be a dinner.
Here's how the Italians managed to turn a medicine in a moment of pleasure!